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MAPPA MONDIALE ANIMATA DEI VENTI -Earth Wind Map

Incredibile l’invenzione del giovane software enginee Cameron Beccario; il vento adesso non ha più segreti.

Da poche settimane questo giovane ingegnere ha creato la Mappa Mondiale del vento animata, un software per sapere in tempo reale dal vostro pc o dal vostro smartphone quanto vento c’è in Africa piuttosto che in Australia.

La mappa aggiornata ogni tre ore, permette di scoprire la ventosità in ogni punto del globo e l’andamento di tutti i venti in maniera interattiva
Il pregio di Earth è di essere globale e di fornire in un solo colpo d’occhio moltissime informazioni. Basta cliccare su un qualsiasi punto della mappa ed otterrete tutte le informazioni su quella zona.

Il vento si sa è uno spostamento d’aria da una zona di alta pressione ad una zona di bassa pressione, in questa mappa è possibile seguire facilmente con il mouse del pc l’andamento delle correnti d’aria, in maniera molto semplice si può fare lo zoom della zona che ci interessa.

Visitate questo bel sito che è il risultato di uno sviluppo software molto complesso e molto utile a chiunque vada per mare: Earth Wind Map.

I 20 nodi non sono tutti uguali!

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Il vento  che soffia sul viso in luoghi diversi può sembrare lo stesso,  il vento registrato su un anemometro sarà anche lo stesso, ma quando si è in acqua il tuo kite 9m sarà abbastanza sottoinvelato a Cumbuco e soprainvelato a Cape Town. Perché questo? Noi di solito misuriamo la forza del vento utilizzando la velocità di esso,  ma altrettanto importante è la densità del vento. Una bassa densità di vento non avrà tanta forza come vento a più alta densità. Luoghi tipicamente caldi avranno venti di densità inferiori. Città del Capo è un posto abbastanza caldo ma c’è acqua più fredda il che significa che il vento è molto più denso, più estremo e potente.

Allora, cosa significa questo per il kitesurf?

In primo luogo, un tipo di vento non è migliore o peggiore di un altro, entrambi hanno i loro punti positivi e negativi.

Venti ad alta densità ti danno molta potenza e consentono di utilizzare aquiloni più piccoli, ma il lato negativo è che eventuali errori di kite flying avranno conseguenze maggiori!

Densità inferiore significa più basso rischio quando si effettua un errore!

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La cosa principale da tenere a mente è che quando in un nuovo spot  la velocità del vento è la stessa del vostro home spot non è detto che avrete bisogno degli stessi aquiloni.  La maggior parte dei giorni in Cumbuco sono 20 nodi, i 20 con cui a Città del Capo sarebbe  perfetta una 9m o 7m ma a Cumbuco è necessaria una 11mt.

Quindi, se stai cercando di imparare nuove manovre freestyle, questi luoghi con venti a densità inferiori possono essere una buona scelta.

 

Effetti del vento

Conoscere la qualità del vento è importante per sapere come settare e far volare un kite.
Gli ostacoli possono avere grandi effetti sul vento, possono cambiarne il flusso e alterarne la direzione creando turbolenze che influiscono sulla stabilità del kite e sulla sicurezza del kiter.

E’ buona regola non lanciare o far volare MAI il kite sopravento o sottovento a grandi ostacoli. Vicino a grandi ostacoli come alberi, case, muri gli effetti di turbolenza creati nell’area sottovento agli ostacoli sono 7 volte l’altezza dell’ostacolo, mentre 3 volte nell’area sopravento all’ostacolo. Le turbolenze aumentano proporzionalmente alla velocità del vento, quindi aumenta la distanza di sicurezza da tenere da tali ostacoli.
Tra gli effetti del vento che è bene tener presente i principali sono:

Effetto compressione
Effetto baia
Effetto Venturi

 

Effetto compressione

effetto compressioneBisogna fare attenzione quando si è in prossimità di palazzi o pareti rocciose sotto costa perchè i flussi d’aria compressi da tali ostacoli incrementano la velocità del vento creando correnti ascensionali che possono agire sul kite e sollevare il kiter da terra.

 

 

 

 

Effetto baia

In una baia gli edifici, una filiera di alberi o una scogliera, quando il vento è side-shore o side-on-shore, possono creare turbolenze o accelerazioni. Quando ci sono grossi ostacoli vicino alla riva, il vento può cambiare direzione ed intensità in varie parti della baia.

Effetto Venturi

L’effetto Venturi si verifica quando il vento si incanala tra due ostacoli, tra due edifici, due alberi ed accelera notevolmente nella zona centrale. L’improvviso aumento di vento in presenza di tale effetto può rappresentare un pericolo per il kiter. effetto venturi

NUVOLE

Le nuvole possono essere uno dei migliori indicatori del clima attorno a noi, quindi è importante avere una conoscenza di base e sapere cosa osservare per capire i segnali che esse ci possono dare.

Riconoscere le formazioni nuvolose può aiutare a prevedere cosa sta per accadere attorno a noi.

cirri e cirrostrati 2Le nuvole di alta quota sono dette cirri e indicano che è in arrivo un fronte caldo.
La presenza di tali nuvole porta vento stabile e buono per praticare il kitesurf.
Appena il fronte caldo arriva però le nuvole cambieranno e scenderanno a quote medie.
Ciò potrebbe significare una giornata umida e grigia, se queste nuvole sono scure e piene di umidità.

Le nuvole che si formano a bassa quota sono conosciute come cumuli, queste nuvole possono essere molto disordinate e guardandole sembrano formare grumi separati. Ciò significa che ci si trova in un fronte freddo o che uno sia in avvicinamento. Il vento e il tempo associato ad un fronte freddo è in gran parte instabile e potrebbe portare a condizioni di vento rafficato o cambiamenti improvvisi delle condizioni atmosferiche come forti piogge.

Questo può portare, in alcuni casi, alla formazione di cumulonembi.cb

Il cumulo è una nube bianca e bassa, non pericolosa in se. Tuttavia può trasformarsi in cumulonembo, che è molto instabile e pericoloso per il kiter. E’ buona norma quindi, fermarsi ed atterrare il kite alla presenza di questa formazione nuvolosa.

Il cumulonembo è una nuvola a carattere verticale che si estende da poche centinaia di metri fino a 12km. Tali formazioni sono veloci ed hanno all’interno venti molto forti e rafficati che portano improvvise condizioni violentissime.

CONOSCERE I VENTI

PREMESSA

Conoscere i venti è un aspetto FONDAMENTALE per chi vuole praticare il kitesurf!! Conoscere infatti il nome, la direzione e le caratteristiche di ogni tipo di veno ci permetterà di avere sempre la situazione sotto controllo (rapporto tra Divertimento/Sicurezza) e di cercare quindi le condizioni ideali (rapporto tra Mare/VENTO) per una buona uscita in kitesurf. Impariamo a conoscere dunque i venti per capire quando e dove è il caso di sfoderare la nostra tavola da kitesurfing!!

Le differenze di pressione atmosferica che si registrano tra zone diverse della superficie terrestre sono responsabili della formazione dei venti.

I venti sono masse d’aria che si spostano orizzontalmente sulla superficie terrestre, da zone di pressione maggiore verso zone di pressione minore.

Quanto più alta è la pressione tanto più pesante è l’aria: in un’area di alta pressione (anticiclonica) le masse d’aria che si trovano al centro, più dense e più pesanti, tendono a dirigersi verso la periferia; mentre in un’area di bassa pressione (ciclonica), l’aria al centro è più leggera e viene sollevata da quella più pesante delle aree vicine. Poiché le zone anticicloniche e cicloniche sono adiacenti, al suolo si verifica uno spostamento di aria dalle aree anticicloniche verso quelle cicloniche.

La forza che origina un vento è chiamata forza di gradiente ed è direttamente proporzionale al gradiente barico, cioè al rapporto tra la differenza di pressione fra due punti della Terra e la loro distanza.

I venti, come qualsiasi altro corpo che si muove liberamente su una superficie ruotante, non si spostano in linea retta, ma subiscono una deviazione, verso destra nell’emisfero boreale e verso sinistra nell’emisfero australe, dovuta alla forza di Coriolis .

Caratteri distintivi di un vento sono:

– la direzione, che è sempre quella di provenienza e viene indicata in gradi sessagesimali partendo dal Nord; sono in uso anche le denominazioni fornite dalla rosa dei venti.
– la velocità, che si esprime in km/h o in nodi (1 nodo = 1,852 km/h); si misura con uno strumento detto anemometro e viene indicata dalla scala di Beaufort, che comprende valori da 0 a 12, con velocità crescenti; la velocità di un vento dipende dal gradiente barico: maggiore è il gradiente barico, maggiore sarà la velocità del vento.

Classificazione dei venti
In base al loro regime, cioè alla presenza o meno di variazioni nella direzione in cui spirano, i venti si classificano in:

Costanti, quando spirano tutto l’anno sempre nella stessa direzione e nello stesso senso (per esempio, gli alisei);

Periodici, se periodicamente invertono il senso in cui spirano; possono essere a periodo stagionale (monsoni) o a periodo diurno (brezze);

Variabili o locali, se soffiano irregolarmente nelle zone temperate tutte le volte che si vengono a formare aree cicloniche o anticicloniche (scirocco, föhn, bora);

Irregolari o ciclonici, se sono caratterizzati da movimento vorticoso che conferisce loro una violenza distruttiva; prendono nomi diversi a seconda delle località: uragani nelle Antille e sulle coste americane dell’Atlantico, tifoni nel Mar Giallo e nelle Filippine, tornado nelle grandi pianure degli USA e dell’Australia

 

Scala Beaufort

Scala Beaufort
(velocità del vento a un’altezza standard di 10 m su un terreno piatto)
GRADO VELOCITÀ (KM/H) TIPO DI VENTO CARATTERI INDICATIVI
0 0-1 calma il fumo ascende verticalmente; il mare è uno “specchio”
1 2-5 bava di vento il vento devia il fumo; increspature dell’acqua
2 6-11 brezza leggera le foglie si muovono, una girandola ordinaria è messa in moto;onde piccole, ma evidenti
3 12-19 brezza foglie e rametti costantemente agitati, il vento dispiega le piccole bandiere; piccole onde, creste che cominciano a infrangersi
4 20-28 brezza vivace il vento solleva polvere, foglie secche, foglietti di carta, i rami sono agitati; piccole onde che divengono più lunghe
5 29-38 brezza tesa gli arbusti con foglie cominciano a oscillare; nelle acque interne si formano piccole onde con creste; onde moderate, allungate
6 39-49 vento fresco grandi rami agitati, i fili telegrafici fanno udire un sibilo; si formano marosi con creste di schiuma bianca, generalmente con spruzzi
7 50-61 vento forte alberi interi agitati, difficoltà a camminare contro vento; il mare è grosso, la schiuma comincia a essere sfilacciata in scie
8 62-74 burrasca moderata rami spezzati, camminare contro vento è impossibile; marosi di altezza media e più allungati, dalle loro creste si distaccano turbini di spruzzi
9 75-88 burrasca forte camini e tegole asportati; grosse ondate, spesse scie di schiuma e di spruzzi sollevate dal vento possono ridurre la visibilità
10 89-102 tempesta rara in terraferma; alberi sradicati, gravi danni alle abitazioni; enormi ondate con lunghe creste a pennacchio
11 103-117 fortunale si verifica raramente; gravissime devastazioni; onde enormi e alte, che talvolta possono nascondere navi di medio tonnellaggio; visibilità ridotta
12 oltre 118 uragano
(o ciclone)
sulla terraferma distruzione di edifici, manufatti ecc.; in mare l’aria piena di schiuma e di spruzzi porta a visibilità assai ridotta

LA ROSA DEI VENTI

La rosa dei venti è la rappresentazione dei punti cardinali e cioè, Nord , Est, Sud, Ovest. Le rappresentazioni più semplici hanno solo 4 punte, ma ogni quarto si può dividere a sua volta e continuando le divisioni possono arrivare fino a 128 punte. La più diffusa, quella a 8 punte, determina i punti intermedi e cioè Nord- Est, Sud- Est, Sud- Ovest e Nord- Ovest.
La rosa dei venti veniva raffigurata nelle carte al centro del Mediterraneo vicino all’isola di Malta, e ad ogni punto equivale la direzione di un vento:


– TRAMONTANA (da Nord)

La tramontana è un vento freddo proveniente da nord, particolarmente frequente in Liguria, soprattutto in inverno, dove spira con violenza, prevalentemente allo sbocco delle valli, causando repentini e considerevoli cali di temperatura. Può verificarsi a cielo sereno, oppure con cielo nuvoloso e precipitazioni quando è associata ad un sistema perturbato. Quest’ultimo caso è, appunto, quello detto di “tramontana scura” che, nella Riviera ligure, spinge giù dall’arco appenninico e alpino le perturbazioni provenienti da settentrione. Per questa ragione un proverbio ligure sentenzia: “tramuntan-na scüa, ægua següa” (“tramontana scura, pioggia sicura“). Il nome tramontana è stato erroneamente associato a “tramonto”: nonostante spiri da nord in realtà il nome deriva dalla descrizione latina “intra montes” che si riferisce al fatto che spiri dal cuore delle alpi, punto in cui si genera, quindi dal nord storicamente conosciuto dai romani.

– IL GRECALE (da Nord Est)

Il Grecale è un forte vento, freddo e secco, proveniente da Nord-Est, tipico della stagione invernale. Soffia con particolare frequenza soprattutto sulle regioni del Mediterraneo centrale e sulle regioni Adriatiche. Si chiama così perché dall’isola di Creta e dal centro del Mediterraneo, punto di riferimento della Rosa dei venti, questo vento soffia da Nord-Est in corrispondenza, appunto, della Grecia.

– LEVANTE (da Est)

Il Levante è un vento generalmente debole che spira da Est verso Ovest nel Mediterraneo occidentale. Il vento si origina nel centro del Mediterraneo al largo delle Isole Baleari e soffia verso Ovest per raggiungere la sua massima intensità attraverso lo Stretto di Gibilterra. La sua influenza è sentita fino in Italia sul Tirreno e sulla parte centro-meridionale dell’Adriatico. È un vento fresco e umido, portatore di nebbia e precipitazioni, riconosciuto come causa di particolari formazioni nuvolose sopra la Baia e la Rocca di Gibilterra, dove può dare provocare mare agitato e Trombe marine. Il vento può manifestarsi in qualunque periodo dell’anno, ma ricorre comunemente fra luglio e ottobre. D’inverno, il Levante è spesso accompagnato da piogge forti. Il nome del vento deriva da levante inteso come Est, il punto cardinale da cui ha origine.

– LO SCIROCCO (da Sud Est)

Lo scirocco è un vento caldo proveniente da Sud-Est che proviene dal Sahara e da altre regioni del nord Africa. Nasce da masse d’aria tropicali calde e secche trascinate verso nord da aree di bassa pressione in movimento verso est sopra il Mar Mediterraneo. L’aria calda e secca si mischia con quella umida del movimento ciclonico presente sul mare ed il movimento in senso orario spinge questa massa d’aria sulle coste delle regioni del sud Europa. Lo scirocco secca l’aria ed alza la polvere sulle coste del Nord Africa, tempeste sul mediterraneo e tempo freddo ed umido sull’Europa. Il vento soffia per un tempo variabile da mezza giornata a molti giorni. Molte persone attribuiscono a questo vento effetti negativi sulla salute per via del caldo e della polvere portata dalle coste dell’Africa e della discesa della temperatura in Europa. Questi venti soffiano più di frequente, con velocità fino a 100 Km/h, in primavera ed autunno raggiungendo un massimo nei mesi di marzo e novembre. Lo stesso vento assume il nome di jugo in Croazia e ghibli in Libia. Lo scirocco che giunge sulle coste francesi contiene più umidità ed assume il nome di Marin.

– MEZZOGIORNO – OSTRO (da Sud)
E’ un vento meridionale debolissimo che ha un azione scarsamente sentita nei mari italiani.

– IL LIBECCIO (da Sud Ovest)

Il libeccio è un vento di Mezzogiorno o Ponente (spira daSud Ovest), anche detto Africo o Garbino. Vi sono più ipotesi sul nome: la più diffusa, è che derivi dal fatto che nell’isola di Creta, presa come punto di riferimento per la denominazione dei venti, il Libeccio spira dalla Libia (antico nome del continente africano). L’altra, accreditata presso i linguisti, è che derivi dall’arabo lebeg. Il nome Garbino è utilizzato nell’area orientale dell’Emilia Romagna e nel nord delle Marche. In Friuli, nella Venezia Giulia, in altre aree delle Marche e in Dalmazia è chiamato Garbin.

– PONENTE (da Ovest)

Il Ponente, anche detto Zefiro o Espero è un vento del Mar Mediterraneo che spira da Ovest. È il vento caratteristico delle perturbazioni atlantiche che attraversano il mediterraneo da ovest verso est. I suoi effetti sono sentiti soprattutto sul Mar Tirreno e sul Mare Adriatico centro-meridionale. Il Ponente è un vento fresco tipico dei pomeriggi estivi; così come il Libeccio può essere portatore di maltempo.

– IL MAESTRALE ( da Nord Ovest )
Il maestrale è un vento generalmente freddo e secco che spira da Nord-Ovest, tipico della stagione invernale, che soffia con particolare frequenza soprattutto in Sardegna e nella Valle del Rodano, in Francia. Si chiama così perché dall’isola di Creta, punto di riferimento della Rosa dei Venti, questo vento soffia da Nord-Ovest in corrispondenza di Roma, soprannominata nell’antichità “magister” (o “magistra”).


ONDE E MAREE

IL MOTO ONDOSO

Il moto ondoso è dovuto all’azione dei venti sulla superficie del mare. Tanto più lungo sarà il tratto sul quale soffia il vento ( Fetch ), tanto più grandi, veloci e potenti saranno le onde. Quindi è chiaro il motivo per cui negli oceani il movimento ondoso è più ponente e le onde mediamente più alte.

Se gettiamo un sasso in una pozza, noteremo che le onde si propagheranno in tutte le direzioni fino ad esaurirsi sul primo ostacolo che incontreranno ( in questo caso sulla riva ). E’ importante ricordare che se faremo galleggiare un qualcosa sull’acqua, vedremo che l’eventuale oggetto preso in esame non si sposterà in orizzontale, ma soltanto in verticale.

Ma per quale motivo esse cominciano a frangere?

In un’onda è possibile distinguere vari elementi: la cresta e il cavo, ossia la parte più rilevata e la parte più depressa, rispettivamente, in rapporto alla superficie orizzontale; l’altezza, ciò la distanza secondo la verticale tra la cresta e il cavo; la lunghezza, ossia la distanza orizzontale tra due creste o due cavi successivi. Molto importanti sono pure la velocità di propagazione (lo spazio percorso nell’unità di tempo dalla cresta), il periodo (intervallo di tempo compreso fra due passaggi consecutivi di una cresta nello stesso punto) ed infine la direzione ( orizzonte da cui l’onda sembra provenire).

In mare aperto, dove non si risente l’influenza dei fondali, le particelle d’acqua sollecitate dalla forza del vento descrivono orbite circolari le quali si esauriscono a mano a mano che si procede verso il basso; alla fine di ogni loro movimento esse si ritrovano nella medesima posizione di partenza, ossia non c’è trasporto d’acqua.

In prossimità delle coste, quando lo spessore della massa d’acqua diventa inferiore alla metà della lunghezza d’onda, le orbite circolari di superficie si deformano progressivamente con la profondità, diventano ellittiche e sempre più schiacciate, fino a che vicino al fondo le particelle si muovono parallelamente ad esso con moto rettilineo alternato. In altre parole la massa d’acqua tende a sollevarsi e a ruotare fino a ricadere su se stessa.

Se è vero che le onde rispondono tutte alle stesse leggi della fisica, come mai assumono tante forme diverse?
La diversità dei fondali è infatti la causa del manifestarsi di diverse tipologie di onde, che sono comunque classificabili in due grandi caratteristiche, quelle ripide oceaniche e i frangenti di spiaggia. A rendere così diverse tra loro queste due onde non è la considerevole differenza di lunghezza d’onda, bensì le barriere coralline chiamate anche Reef; è proprio l’urto improvviso contro questa barriera ad innalzare l’acqua in maniera così ripida, e a rendere le onde oceaniche così potenti.

L’onda comincia a frangere quando il fondale diventa pari all’altezza dell’onda stessa: più sarà brusco lo sbalzo di profondità, più i frangenti saranno ripidi e potenti.